Un importo di 160 euro in più in busta paga: la novità che renderà felici molte persone. A chi è rivolto e quando arrivano i soldi
Ci sono ottime novità per quanto riguarda gli stipendi di molti lavoratori ovvero l’aggiunta di un accredito medio di 160 euro in più in busta paga. Il surplus economico fa capo all’ultima Legge di Bilancio approvata sul finire del 2023 e aiuterà sicuramente ad ammortizzare i costi legati al caro vita provocato dall’inflazione. Spese che hanno letteralmente decimato gli stipendi di centinaia di migliaia di persone, molte delle quali si sono ritrovate in seria difficoltà nel riuscire ad arrivare a fine mese.
Inflazione che, pur essendo in costante riduzione, come confermato dagli ultimi dati Istat, non è accompagnata da un’immediata riduzione dei prezzi legati ai beni di prima necessità rendendo le cose difficili per milioni di famiglie. Scopriamo dunque per quale motivo è previsto un aumento in busta paga e, soprattutto, a chi è rivolto.
A ricordare la novità è stato per primo il Ministro Valditara il quale ha anche evidenziato che non si tratta del primo incremento in quanto anche il precedente contratto aveva previsto un introito aggiuntivo di 124 euro in busta paga. In questo caso invece l’accredito medio sarà di 160 euro al mese, una somma che però riguarderà una specifica categoria e che fa capo, nello specifico, al Decreto Anticipi del 2023. Esso infatti ha comportato un incremento congiunturale delle retribuzioni, nel mese di dicembre 2023, pari al 16,6%: tradotto in soldoni, il beneficio è stato per l’appunto di circa 160 euro medi, ovvero non considerando il singolo mese bensì la suddivisione delle somme percepite.
La novità riguarda i lavoratori del pubblico impiego e, nello specifico quelli del mondo dell’istruzione ovvero i docenti. Per verificare gli effettivi importi occorrerà attendere la mensilità di aprile 2024 e quelle successive e fare i dovuti calcoli detratte le imposte addizionali comunali e regionali; questo perché l’ultima tranche di aumenti è arrivata solo il 22 marzo scorso. In ogni caso ci troviamo di fronte ad un aumento, una buona notizia confermata anche dal rapporto semestrale dell’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran) che per il triennio 2022-2024 ha confermato un globale incremento delle retribuzioni con una dotazione finanziaria che ammonta a 10 miliardi di euro circa.
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