La stregoneria è ancora un reato: ecco i paesi che ancora la prevedono

Avvolte in una nube di mistero e superstizione, la figura della strega ha affascinato e affascina tutt’oggi l’immaginario collettivo.

Nella storia europea le streghe, o presunte tali, sono state protagoniste di uno dei capitoli più oscuri e tragici: le persecuzioni e i processi per stregoneria. Ma perché queste donne venivano condannate? Le ragioni sono complesse e molteplici e vanno ricercate della mentalità dell’Europa medievale e moderna.

La caccia alle streghe
Quelle che venivano chiamate streghe altro non erano che donne di scienza (massimedelpassato.it)

Un primo aspetto va ricercato del contesto religioso. Le donne accusate di stregoneria erano considerate donne che avevano stretto un patto col diavolo, ottenendo così dei poteri sovrannaturali in cambio della loro stessa anima, un peccato senza possibilità di redenzione.

Il più delle volte, queste donne erano abili nel maneggiare erbe medicali e questo faceva sì che sfuggissero alle rigide regole sociali di un’epoca dominata dal patriarcato. Donne che avevano conoscenze scientifiche, una teoria del genere era inaccettabile. Le streghe divennero il capo espiatorio di tragedie naturali, malattie ed eventi sfortunati. Sfidavano l’autorità dell’uomo è l’autorità di Dio. Fatta di prove arbitrarie e da processi ingiusti, la caccia alle streghe purtroppo continua ancora oggi.

La caccia alle streghe non è ancora finita: ecco dove si pratica ancora

Potremmo pensare che la caccia alle streghe e tutti gli eventi ad essa collegata siano rinchiusi nei libri di storia. Niente di più sbagliato. Ci troviamo in Papua Nuova Guinea dove a quanto pare, decine di donne ogni anno vengono accusate proprio di stregoneria.

Papa Nuova Guinea
Nel paradiso della Papa Nuova Guinea si cacciano ancora le streghe (massimedelpassato.it)

Secondo le Nazioni Unite, ogni anno sono circa 200 persone che vengono uccise con questa accusa. I dati che provengono, invece, dalle stime locali parlerebbero addirittura di 50.000 persone. Nel 2020, una ricerca dell’Australian National University, ha sottolineato l’urgenza di questa questione parlando di un aumento di numero e di brutalità con cui operano i cacciatori di streghe.

Si tratterebbe di un fenomeno che si sta diffondendo sempre di più nel corso del tempo. Nel 2013, il governo ha cercato di fare dei piccoli passi. Ha abrogato il cosiddetto Sorcery Act, per approvare una nuova legge che metteva sullo stesso piano gli omicidi legati all’accusa di stregoneria con gli omicidi a tutti gli effetti.

Nel 2015 è stato varato il Piano d’azione nazionale della stregoneria, per sensibilizzare sul tema. Il governo avrebbe dovuto finanziare il progetto, ma questo non è stato mai fatto.

Uno studio nel 2017 ha sottolineato come di 15.000 accuse di reati contro la stregoneria, solo 91 avevano effettivamente avuto delle conseguenze legali. La maggior parte delle violenze contro le donne restano impunita.

Ci troviamo davanti ad un problema soprattutto culturale. Perché se da un lato attivisti e studiosi cercano di arginare il problema, dall’altro falangi della Chiesa e parte della popolazione, continuano ad alimentare credenze superstiziose e violenza.

In tutto ciò il governo sembra essere indifferente, varando timidamente ogni tanto qualche nuova legge.

Gestione cookie