La tragica nascita della parola Ambaradan e perché si preferisce non dirla affatto

Alcuni termini e locuzioni che utilizziamo quotidianamente nella lingua italiana hanno delle origini molto lontane.

Ti è mai capitato di dire “è tutto un ambaradan”? Oppure, “è successo un ambaradan”? Se hai utilizzato questa espressione, non sei il solo. Anzi, nel corso degli anni anche dei negozi, delle case editrici, delle pizzerie e altri esercizi commerciali hanno utilizzato questo termine nel loro nome in maniera simpatica.

L'origine della parola Ambaradan
L’Accademia della Crusca ci svela l’origine della parola Ambaradan (massimedelpassato.it)

Di solito, è una parola che viene pronunciata per indicare una situazione di confusione, di disordine e guazzabuglio. Ma da dove deriva questa parola che sembra essere quasi una formula magica? L’Accademia della Crusca non ci lascia nell’ignoranza ma colloca l’origine di questo termine in una situazione tutt’altro che felice: la campagna di Etiopia del 1936.

L’altopiano montuoso del Amba Aradam e la sua battaglia

Ci troviamo in Etiopia, precisamente nella Regione dei Tigrè sull’altopiano Amba Aradam. Si tratta di un altopiano montuoso noto per essere stato lo scenario della battaglia di Amba Aradam, conclusasi il 15 febbraio del 1936.

Siamo nel contesto della Guerra di Etiopia tra il Regno d’Italia e l’impero di Etiopia. In questo periodo, si combatte quella che viene ricordata anche come il massacro dell’Amba Aradam, che si concluse con la vittoria del maresciallo Badoglio e lo sterminio delle forze etiope.

La battaglia dell'Amba Aradam
L’altopiano dell’Amba Aradam, Etiopia – Fonte Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, Milano (massimedelpassato.it)

Era precisamente il 3 ottobre del 1935, quando il generale Emilio de Bono decise di avanzare nella regione del Tigrè. Non era stata emanata alcuna dichiarazione di guerra ma questo non fermò il generale. Dopo un anno, il comando venne affidato al generale Pietro Badoglio che aveva il compito direttamente da Mussolini di conquistare le forze etiope.

Il primo attacco venne lanciato il 10 febbraio, alle 8 del mattino e si combatté fino al 15 febbraio. La furia della battaglia si risolse in un solo modo: con l’uso dei gas iprite. Sia su soldati che sui civili, venne rilasciata questa sostanza chimica che attacca le cellule e le distrugge causando infiammazioni e piaghe. Solo nel 1996, sotto l’insistenza della Società delle Nazioni, l’Italia dovette ammettere la colpa di aver utilizzato armi chimiche.

È proprio da questa guerra che nasce l’espressione ambaradan, per indicare la confusione che c’è stata in questa battaglia. Precisamente la frase originale era: “proprio come ad Amba Aradam”. Nel corso del tempo c’è stata una crasi che ha trasformato i due termini in una parola unica e la “m” è diventata una “n”.

Un altro caso simile è l’espressione: “fare un quarantotto”, che fa riferimento ai moti rivoluzionari avvenuti in Europa nel 1848.

Gestione cookie